PEJMAN TADAYON
Painter, Musician, Iran and Italy
©reated by Pejman Tadayon
La Vita
Nasce ad Esfahan nel 1977. Inizia a disegnare a soli tre anni. Da suo nonno apprende la passione e la tecnica per il disegno, è il suo primo maestro. In giovane età impara la pittura figurativa, si cimenta in ritratti e nature morte. Notato il precoce talento, i genitori lo affidano agli insegnamenti del maestro di disegno Ustad Davati.
Nel 1987 dipinge il suo primo quadro naturalista ad olio, sotto la guida del suo nuovo maestro Ustad Nasr, famoso ad Esfahan per essere stato uno dei primi ad usare la tecnica figurativa realista per ritrarre la natura, usando la tecnica ad olio. Durante l’adolescenza continua a dipingere ad olio adottando soggetti sempre più complessi come ritrarre le complicate architetture della sua città. A soli 17 anni diventa maestro di pittura presso la scuola del nonno.
A 18 anni con la tecnica figurativa realista ha raggiunto livelli altissimi, ma arriva ad un punto in cui non riesce più a completare i suoi quadri, non trova più soddisfazione in quel tipo di pittura, è in questo momento che si avvicina alla musica e vi si appassiona.
Inizia a studiare la musica tradizionale dell’Iran e il setar (strumento a corde tradizionale persiano), con un giovane ed ispirato maestro che lo conduce in un nuovo mondo che gli dona le soddisfazioni che la pittura non gli dava più.
Ma in questi anni non abbandona del tutto la pittura, continua ad insegnare presso la scuola del nonno, senza però dipingere. Nel 1994 prende il diploma di maturità e nello stesso periodo inizia la lettura di vecchi libri d’arte moderna del nonno.
Nello stesso anno si iscrive all’ Università, presso la facoltà di Ingegneria, ma continua a suonare e a leggere avidamente libri di filosofia e storia dell’arte. Improvvisamente torna in lui l’impeto di dipingere, ma non come aveva fatto per tanti anni, ma ricercando lo spirito che aveva trovato nella musica, la stessa libertà, vuole dipingere la musica e le sue canzoni trasformarle in quadri.
In quel periodo riprende lezioni di pittura presso il maestro Akbar Mikhak, che per 30 anni aveva vissuto e studiato in Italia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, e poi era tornato ad Esfahan. Passavano ore ed ore a parlare, grazie a lui comprende che cosa è la pittura.
Determinanti per la sua svolta artistica sono inoltre le letture su Marcel Duchamp, passa le sue giornate a dipingere freneticamente studiando gli stili e i materiali più diversi e invece che abbandonare la pittura, la scoperta di Duchamp lo spinge a dipingere sempre di più. Ciò che ritrova è la passione e una nuova ispirazione: la voglia di dipingere il rapporto tra la musica e la pittura che sono dentro di lui, l’ispirazione è la musica tradizionale persiana e la ricerca continua del colore dei suoni e degli strumenti antichi persiani.
Nel 2003, dopo alcune mostre personali e collettive nella sua città, lascia il suo paese e si trasferisce in Italia, inseguendo il suo sogno d’infanzia: studiare arte a Firenze. Si iscrive presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze e studia con il Prof. Andrea Granchi docente di pittura.
Partecipa ad alcune mostre collettive in Italia.
Attualmente vive e studia presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.
Le opere
La forma (spesso cruda e tagliente) che prende vita sulla tela rappresenta la voce dello strumento, il colore diventa il simbolo del suono, la sua voce e il gesto da cui è scaturito.
La materia ( come lo stucco, il cemento, l'acrilico, il pastello...) è al servizio della voce dello strumento, del gesto e dell' impeto del tocco del musicista.
Il colore simboleggia la semplicità manifatturiale degli strumenti orientali, l’imperfezione della loro voce (rispetto gli strumenti occidentali come ad esempio il pianoforte) è mistica, perché più vicina all’imperfezione dell’uomo, spesso questa semplicità è rappresentata attraverso l’uso del colore bianco.
Negli ultimi quadri la forma tagliente diventa ancora più semplificata, più astratta, prevalgono, sui colori, la matita e la materia, come lo stucco, che pone in rilievo sulla tela, giocando con le luci e le ombre che esso genera.
In altri quadri lavora sulla nitida immagine degli antichi strumenti iraniani, o sui particolari di questi; consegnandoli ad un contesto astratto, diventano anch’essi astratti.
Usa sempre meno colori, prevalgono, invece, la materia come il bitume e lo
stucco.
Opere di arte di Pejman Tadayon si trovanno nel gli texti a continuazione:
al segno: Titolo: CANZONE GRIGIO
Un bel di: Titolo: DASHTI -SOL
Mary goes fishing: Titolo: TOCCHI FELICI
Talent Sekers' Diary/Cover: Titolo: FIAMMA